Ex “Ciliegino”, opposizione: “Atto approvato solo per vecchie logiche imprenditoriali”

 
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L'opposizione contro l'atto e le scelte della maggioranza

Gela. Come anticipato ieri sera, nonostante la maggioranza del sindaco Lucio Greco sia riuscita ad approvare l’atto di indirizzo per il rilancio dell’ex polo “Ciliegino”, l’opposizione ha di nuovo contestato in maniera plateale, non solo le scelte del presidente dell’assise civica Salvatore Sammito ma anche i contenuti dell’atto. In blocco, i consiglieri di opposizione non hanno partecipato al voto su un atto, ritenuto del tutto snaturato rispetto alle intenzioni della giunta. I consiglieri di “Avanti Gela”, Lega, Movimento cinque stelle, Fratelli d’Italia e l’indipendente Paola Giudice sollevano anche non pochi sospetti sulle finalità delle modifiche. “Ieri abbiamo assistito ad una delle pagine più buie del consiglio comunale, non soltanto per i contenuti di un atto inizialmente denominato “realizzazione di un Polo Agro Energetico” di cui si è fatto scempio, ma anche per le modalità arroganti, presuntuose e “dittatoriali” con cui si è pervenuti all’approvazione. Modalità che hanno imbavagliato la minoranza che rappresentiamo all’interno dell’aula consiliare e che, vogliamo ricordarlo al segretario della maggioranza, che si pregia del ruolo di presidente del consiglio, gode degli stessi diritti e delle prerogative dei suoi amici di maggioranza. Dopo aver apprezzato, infatti – dicono – l’atto presentato dall’amministrazione, soprattutto per quella che credevamo una volontà di discontinuità con le vecchie logiche politico-imprenditoriali che hanno da sempre condizionato e manipolato le scelte politiche del territorio, abbiamo dovuto non partecipare alla votazione a garanzia e nel rispetto di un’amministrazione che aveva presentato un documento di indirizzo condivisibile poi stravolto dalla stessa sua maggioranza per ricondurlo nel perimetro delle vecchie dinamiche strategiche non appartenenti alla politica. Un atto di indirizzo tramutatosi quasi in piano ben preciso con indicazioni chiare ed unilaterali che non possono dare adito ad interpretazioni”.

Secondo l’opposizione, ci sarebbe anche altro, quindi, dietro alle modifiche sostenute da un blocco di maggioranza, composto da “Libra-mente”, “Una Buona Idea”, Forza Italia e dal consigliere Rosario Trainito. Per l’opposizione, senza il Pd che ha comunque lasciato l’aula al momento del voto, anche l’uso delle royalties per acquisire le aree e pagare gli espropri è un passo che non può essere condiviso. “Quello che avremmo voluto, però, era spiegare in aula, nella casa dei cittadini che ci hanno votato ed eletto, le nostre ragioni. Ragioni che ci hanno spinto a non partecipare alla votazione di fronte ad un atto palesemente snaturato con una denominazione in assoluto contrasto con il suo contenuto, dove l’obiettivo prioritario non sarà più la realizzazione di una realtà produttiva quale l’agricoltura, bensì un progetto fotovoltaico, che non assicura alcuna ricaduta occupazionale, un atto che autorizza l’amministrazione a dare incarichi, molti – aggiungono – per lavori in gran parte già svolti, un atto dove nuovamente vengono messe le mani nelle tasche dei gelesi attraverso l’uso delle royalties. Non prestiamo il fianco e la faccia a questo scempio. Questo e solo questo avremmo voluto spiegare ieri in aula come è nostro diritto e dovere nei confronti della città. Questo diritto ci è stato negato da una maggioranza fragile che ha fretta di portare a casa il risultato nel silenzio di chi la pensa diversamente e che dimostra ancora una volta la sua fragilità non avendo i numeri per votare atti che ritengono importanti per la città”. Il dialogo istituzionale che sembrava poter partire proprio dall’atto di indirizzo sull’ex polo “Ciliegino”, ora è solo scontro, con tanti sospetti mossi sui possibili interessi che si muoverebbero dietro al progetto.

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