Franzone corre da solo, è candidato a sindaco: non sosterrà l’agorà di Di Stefano

 
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Filippo Franzone

Gela. Senza una scelta unitaria nell’agorà, “Moto civico” va da solo verso le amministrative. Sarà Filippo Franzone il candidato a sindaco. Il gruppo che ha come presidente Filippo Guzzardi ha deciso di non sostenere la corsa del civico Terenziano Di Stefano. Quello di Franzone era uno dei cinque nomi nella rosa dell’agorà. L’invedtitura dell’ex vicesindaco ha diviso la potenziale alleanza tra progressisti, civici e moderati. Hanno già detto no alla scelta sia il gruppo dell’ex parlamentare Ars Miguel Donegani sia quello dei moderati. Di fatto, Franzone è il terzo candidato ufficiale, insieme a Di Stefano e Donegani.

“Abbiamo partecipato al tavolo del centrosinistra, alla ricerca di possibili alleanze, ma purtroppo – ha dichiarato Franzone – abbiamo dovuto constatare che di invertire la rotta la politica gelese non ha proprio intenzione. Soliti nomi, soliti gruppi, solite logiche spartitorie, solito modus operandi. Così per Gela non c’è futuro, continuerà a trascinarsi, perdendo economia, appeal e soprattutto abitanti. Il numero elevato di abitanti, è stato l’unico vero punto di forza di questa città, ma la malapolitica ha permesso perfino che una città con un alto indice di popolazione giovanile ed un alto numero di nascite, perdesse abitanti. Progetti definanziati, mancata partecipazione a bandi importanti, distanza dai cittadini, mancanza di progettualità, hanno reso Gela una città povera che costringe i propri figli a migrare. Eppurevdi possibilità di crescita ne ha tante, in tutti i settori, dalla portualità all’agricoltura, dal turismo all’industria, purtroppo, una politica miope e presuntuosa ha condotto una delle più importanti città della Sicilia, alla miseria, all’emigrazione, alla mancanza di servizi basilari, come ad esempio quelli ospedalieri. Non siamo di sinistra, nemmeno di destra. Siamo di Gela e soprattutto siamo per Gela, non a parole ma con i fatti. I nostri fatti sono dimostrabili, quasi venti anni di lotte per la città, venti anni di scontri con la miopia della politica locale. Siamo arrivati ad un bivio, o continuiamo alzando il tiro, quindi entrando nelle stanze dei bottoni, oppure ci ritiriamo, lasciando la città in balia degli “statisti politici” gelesi. Siccome siamo autentici combattenti, abbiamo deciso di combattere, se periremo.lo faremo con l’onore delle armi, ovviamente in senso figurativo, non abbiamo mai incitato nessuno alla violenza”.

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