Il blitz “Redivivi”, in aula gli imprenditori che hanno denunciato: ricostruiti i rapporti con i Trubia

 
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Gela. Sono stati sentiti davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta Alessandra Giunta. L’esame in aula. Gli imprenditori che hanno denunciato l’esistenza di un presunto gruppo, capace di imporre il proprio predominio sul mercato della raccolta della plastica tra le aree rurali della città, hanno descritto i loro rapporti con la famiglia Trubia. L’esame era già stato richiesto da uno dei difensori degli imputati, l’avvocato Flavio Sinatra. Gli imprenditori, costituiti parti civili con il legale Giovanni Bruscia, hanno confermato che a spingerli a fare il passo decisivo verso la denuncia fu Renzo Caponetti, presidente dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”. In base a quanto emerso dall’indagine “Redivivi”, il presunto gruppo Trubia avrebbe ottenuto il predominio quasi totale nella raccolta della plastica e nella gestione delle guardianie utilizzando un vero e proprio metodo mafioso. Gli altri imprenditori, alla fine, sarebbe stati costretti a farsi da parte. Nel corso del loro esame, inoltre, avrebbero confermato di essere titolari di licenze necessarie all’attività di raccolta e smaltimento della plastica. Per i difensori degli imputati, invece, i quattro imprenditori avrebbero avuto rapporti poco chiari con il gruppo Trubia, arrivando alla denuncia solo per danneggiare i concorrenti. Parte civile è anche l’associazione antiracket, con l’avvocato Giuseppe Panebianco.

Le richieste di condanna. I pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta hanno già chiesto condanne a sette anni e sei mesi di reclusione per Rosario Maichol Trubia e a sei anni e otto mesi per Luigi Rizzari. Entrambi vengono ritenuti affiliati al gruppo mafioso dei Trubia. E’ stata invece chiesta l’assoluzione per lo stesso Trubia rispetto all’accusa di traffico di droga. Sempre per lo spaccio, è arrivata la richiesta a due anni di reclusione nei confronti di Giuseppe Carnazzo. Sono cadute le accuse di far parte del clan contestate a Francesco Giovane, Pasquale Lino Trubia e Pasquale Andrea Trubia. Per loro, il pm ha chiesto l’assoluzione. Una richiesta analoga è stata formulata, appunto, nei confronti di Manuele Rolla, Simone Maugeri e Giuseppe Cannizzo, accusati di aver fatto parte della presunta rete di spacciatori vicini alla famiglia Trubia. Hanno tutti optato per il rito abbreviato. In aula, si tornerà a maggio. Nel pool di difesa, ci sono anche gli avvocati Nicoletta Cauchi, Valentina Lo Porto e Grazio Ferrara.

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