Il Gela ammette: “In ritardo con gli stipendi per colpa del campo chiuso 4 mesi”

 
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Il presidente del Gela Calcio Angelo Mendola ed il vice Fabio Fargetta

Gela. “Si è vero, dobbiamo ancora saldare le ultime tre mensilità ma le nostre difficoltà partono dalla chiusura dello stadio”. Il direttore generale del Gela Calcio ammette quanto dichiarato dai calciatori ma rimanda le responsabilità al Comune. “Nel corso di questi ultimi mesi abbiamo più volte comunicato a tutti che si stava attraversando un brutto momento – conferma Crocifisso Caiola –  scaturito dalla improvvisa chiusura dello stadio avvenuta nel mese di febbraio. Sono passati ben 5 mesi da quel momento ed ancora oggi si continua a rimandare al domani ogni altra decisione e/o lavoro di adeguamento necessario da farsi. Logiche e tempestive che non collimano con il nostro modo di fare, tenuto conto che nel calcio, come nel nostro caso, la programmazione assume un’importanza imprescindibile”.

Il dg è l’unico della dirigenza rimasto operativo e nella nota ha lamentato l’abbandono del club. “Nessuno da parte dell’amministrazione si è messo a disposizione pur sapendo che il doppio delle trasferte da eseguire, i costi di gestione sarebbero chiaramente raddoppiati.  Abbiamo pendenze nei confronti di alcuni fornitori. E’ una situazione che nel corso degli ultimi mesi abbiamo comunicato pubblicamente, così come la decisione di cedere la società a nuovi investitori. Abbiamo scritto al sindaco chiedendo un contributo nella ricerca di nuovi investitori nell’ottica di chi vuole che il titolo possa salvarsi. L’unico a poter salvare questi colori così importanti per questa città è il sindaco”.

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