Il museo verso la gestione di Caltanissetta? Tante polemiche: “E’ una decisione cieca!”

 
0

Gela. Il museo di Gela, la sua area archeologica e gli oltre 14 mila reperti, testimonianza di 2700 anni di storia, perderanno la propria autonomia.

Verso la gestione di Caltanissetta? La gestione sarà affidata al museo di Caltanissetta che diventerà capofila di un nuovo “Polo regionale”. La proposta del gelese Rosario Crocetta, presidente della Regione, intento a definire gli assetti organizzativi dei dipartimenti regionali per fare quadrare i conti, ha mandato su tutte le furie il sindaco di Gela, Domenico Messinese, oltre ad avere alimentato un vespaio di polemiche legate alle storiche rivalità di campanile tra il Comune del golfo e il capoluogo nisseno. Secondo il primo cittadino di Gela è “una decisione cieca nei confronti di una storia millenaria che svela quanta poca considerazione sia data al patrimonio archeologico di questo territorio”. La proposta di rimodulazione prevede la perdita dell’autonomia gestionale e il ridimensionamento del direttore Ennio Turco che per difendere gli interessi della città, a novembre dello scorso anno, si era opposto inutilmente alla richiesta di trasferimento di tre importanti reperti verso il museo di Londra: l’Ara in terracotta “Tre fanciulle” del quinto secolo Avanti Cristo, l’Acroterio con testa di cavallo fittile, quinto secolo Avanti Cristo, e il Kalypter hegemon a maschera Gorgonica (Antefissa gorgonia plastica policroma) riconducibile al sesto secolo avanti Cristo.

Tanti no. Il trasferimento di reperti, riportati alla luce grazie alle attività di scavo condotte a Gela, verso altri musei, compreso quello di Caltanissetta, era stato condannato anche dal cultore di storia-patria Nuccio Mulè, presidente dell’associazione Archeoclub d’Italia, mentre l’assessore comunale alla Cultura, Francesco Salinitro, ha puntato l’indice accusatorio contro la perdita di autonomia del museo di Gela affermando che “questi beni non possono essere gestiti da una città che nulla ha a che spartire con la grandezza e l’unicità della storia di Gela, ora neppure come ente territoriale di riferimento”. Il deputato del Pd all’Assemblea regionale, Giuseppe Arancio, si è schierato in favore del presidente della Regione convinto “che si tratta di una scelta di carattere regionale mirata a diminuire le spese di gestione e ridurre gli sprechi. La direzione potrebbe andare al museo di Caltanissetta – assicura il gelese Arancio- solo perché si è deciso di affidarla alle strutture che ricadono nei capoluoghi di provincia. Naturalmente la città non perderà la sua identità storica e nemmeno il suo museo”. Non la pensa allo stesso modo l’intera giunta Messinese pronta a parlare di “scippo alla collettività” ed evidenziando la decisione del popolo gelese che ha scelto, con volontà popolare unanime, di modificare i confini geografici nisseni con l’uscita da Caltanissetta e l’approdo nell’Area Metropolitana di Catania, “rivendica i propri reperti portati nel deserto del museo nisseno”.

Pezzi unici. Il museo di Gela, tra i quattromila “tesori”, vanta reperti uniche, come le tre Arule, riconducibili tra il sesto e il quinto secolo, i diversi Crateri della collezione Navarra, la testa fittile di cavallo, i 39 lingotti di oricalco, testimonianza di una attività florida di commercio ai tempi del periodo ellenistico, il Monetiere e ancora il relitto della nave arcaica. Il “tesoro archeologico” della città del golfo comprende anche il santuario di Bitalemi, l’Emporio, le mura Timoleontee, la “Stipe votiva dell’Acropoli”, tutti reperti unici al mondo che perderanno la propria identità per una semplice volontà politica. La lunga attività di scavo e i continui rinvenimenti di particolare interesse archeologico e storico, avevano spinto il Soprintendente al Mare, Sebastiano Tusa, a chiedere maggiori attenzioni per il territorio gelese, evidenziando la necessità di realizzare anche un museo del mare perché “i fondali di contrada Bulala sono tra i più ricchi del Mediterraneo e ogni giorno vengono fuori nuove scoperte. C’è bisogno di un museo dinamico – sostiene Tusa -, non solo una raccolta di cimeli, un luogo dove spiegare il rapporto tra l’uomo e il mare all’interno del Mediterraneo. All’interno del museo deve esistere un centro di ricerca e di conservazione”. La rivalità tra Gela e Caltanissetta negli scorsi giorni era tornata agli onori della cronaca per la possibilità di ricorrere ai finanziamenti legati alla riconversione della raffineria Eni di Gela per salvare il Consorzio universitario di Caltanissetta. Proposta avanzata da Rosario Crocetta e avallata dai segretari sindacali provinciali di Cgil e Cisl, Ignazio Giudice ed Emanuele Gallo. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here