Industria e danni ambientali, i confederali: “La politica faccia il proprio dovere anche sull’amianto”

 
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Una manifestazione di operai dell'indotto esposti all'amianto

Gela. “Dividersi tra santi e diavoli non serve a niente”. I confederali di Cgil, Cisl e Uil invece chiedono di rispettare anzitutto le attività di indagine avviate dai magistrati della procura sulla possibile presenza di rifiuti industriali interrati, ma allo stesso tempo rivendicano il rispetto delle regole, non solo da parte degli imprenditori ma anche sul versante politico. “In un clima di tutti contro tutti al quale non parteciperemo mai, ci teniamo ad evidenziare che l’onestà non è una scelta – dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – è bensì un valore ed in clima di onestà siamo fiduciosi dell’esito delle indagini, siamo rispettosi dei tempi e siamo anche consapevoli di alcune dinamiche sociali da rissa. E’ a noi chiaro che lo sport gratuito dell’attacco indistinto è facile, noi siamo invece interessati alla verità ed alla giustizia, alle sentenze che scrivono i magistrati, ai quali rinnoviamo la nostra fiducia sapendo che il tema della riconversione e delle bonifiche da noi fortemente volute è una scelta che riguarda lo Stato, i governi, molto concentrati su altro come dimostra l’accordo di programma che sta indebolendo la speranza di centinaia di giovani siciliani agevolando i soli predatori del denaro pubblico, ciò che noi da anni denunciamo nel silenzio di tutte le istituzioni partitiche e politiche che si sono succedute al governo del paese e della Regione. L’onestà, quella praticata, ci ha consentito di far aumentare i controlli sanitari in tante aziende piccole e medie”.

Anche per questa ragione i sindacati richiamano vuoti che non sono stati ancora colmati. “Tanti anni fa abbiamo sostenuto la battaglia per far diventare Gela la quarantunesima area di ricerca così da avere in città la sede di studio e ricerca che tra l’altro avrebbe dato occupazione intellettuale. Il sindacato confederale è consapevole di tante responsabilità del ceto imprenditoriale, che dovrebbe rivendicare tenuta ambientale anche nei lavori che esegue oltre a fatturare, e di quello politico che ad oggi non è stato in grado di far riaprire i termini per il beneficio amianto chiusi nel giugno 2005 – dicono ancora – noi abbiamo continuato a rivendicare l’urgenza della riapertura termini e giorno 8 novembre saremo al ministero del lavoro per la riforma del Fondo vittime amianto e tutto ciò lo possono fare i politici dato che stanno lì per fare leggi. Siamo per la verità e la giustizia e ci saremo sempre e saremo dalla parte di chi è credibile ogni giorno, per un ambiente sano e pulito nei progetti industriali di Eni, degli agricoltori delle serre nell’uso dei concimi, nell’uso della sabbia silicia diffusa in molte aziende siciliane, di certo non saremo dalla parte di chi non avendo nulla da perdere tende a dividere la città tra santi e diavoli”.

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