Morì due giorni dopo il ricovero, i familiari accusano: “Hanno sbagliato diagnosi”

 
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Gela.  La morte del settantottenne Nunzio Vassallo potrebbe essere legato ad un presunto caso di malasanità. I familiari ipotizzano un errore nella diagnosi e negligenze da parte del personale medico. Ieri, la vedova Vassallo e i suoi due figli, hanno depositato una formale denuncia alla procura tramite la locale caserma della Guardia di finanza. “I medici avevano ipotizzato una infezione alle vie urinarie – assicurano i familiari di Nunzio Vassallo – Dopo il decesso la patologia sarebbe stata “ritrattata” con una presunta febbre cerebrale. Vogliamo venga fatta chiarezza per impedire che si verifichino ancora questi episodi incresciosi tra le corsie dell’ospedale e delle strutture sanitarie convenzionate”.

L’indice accusatorio è puntato contro la Rsa Caposoprano e il presidio ospedaliero Vittorio Emanuele. Il cuore dello sfortunato settantottenne, affetto da sclerosi multipla, ha cessato di battere il 6 agosto scorso. Era ricoverato da meno di ventiquattrore in un lettino del reparto di Malattie infettive della struttura ospedaliera di via Palazzi. Il personale della Residenza sanitaria assistita “Caposoprano” dopo avere diagnosticato la febbre insistente aveva consigliato ai familiari dello sfortunato pensionato di ricorrere alle cure ospedaliere. “Per ben due volte mio padre è stato trasferito in ospedale – raccontano i familiari – Il primo ricovero è avvenuto il tre agosto. Il secondo, invece, mercoledì 5 agosto. Dopo un’attesa presso un lettino del servizio di Astanteria era stato trasferito nel reparto di Malattie infettive dove il giorno seguente è avvenuto il decesso. Nessuno ipotizzava un simile epilogo. Probabilmente neppure i medici che lo avevano preso in cura. Temiamo che qualcuno abbia sottovalutato la patologia emettendo una probabile diagnosi”. La stessa diagnosi che ha condotto il settantottenne alla morte. Non si esclude che le fiamme gialle decidano di acquisire tutte le cartelle cliniche emesse dalla Rsa Caposoprano e dal presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Intanto i lavoratori della Rsa Caposoprano, hanno chiesto le dimissioni del direttore generale dell’Asp, Carmelo Iacono, accusato di non rispettare i tempi relativi ai pagamenti delle spettanze accumulate in oltre un anno dall’avvio dei servizi accreditati. Gli stessi annunciano l’avvio di azioni eclatanti e di protesta “per rendere noto che nell’Asp del Libero consorzio di Caltanissetta viene negata la dignità dei lavoratori della Residenza sanitaria assistita di Gela”. 

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