Presunta firma falsa per documenti d’identità, Cassazione annulla: caso ancora in appello

 
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Gela. Dai fatti contestati sono trascorsi non meno di dieci anni ma la vicenda tornerà di nuovo alla Corte d’appello di Caltanissetta. Si tratta del caso che coinvolse un sessantenne, accusato di un falso per una presunta firma non conforme. Per l’accusa, l’avrebbe apposta così da permettere il rilascio di carte di identità valide per l’espatrio in favore dei figli minorenni. I rapporti con la moglie, dalla quale stava per divorziare, erano ai minimi e avrebbe, secondo le contestazioni, falsificato la firma della donna. Si ipotizza inoltre la sottrazione del documento d’identità dell’ex consorte. La Corte di Cassazione ha però accolto il ricorso avanzato dal difensore del sessantenne, l’avvocato Salvo Macrì.

E’ stato disposto l’annullamento con rinvio, proprio alla Corte d’appello. Secondo la difesa, in primo grado, a seguito di un mutamento del giudice, non ci fu un’ulteriore valutazione della perizia calligrafica che era stata disposta. Inoltre, la difesa aveva insistito su un nuovo esame del perito. Tutti elementi riportati nel ricorso. L’imputato era stato condannato sia in primo che in secondo grado.

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