Sessantenne morto in un’abitazione, rintracciata la donna accusata di omissione di soccorso

 
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Gela. E’ stata rintracciata la donna, cinquantenne, finita a processo, con l’accusa di omissione di soccorso. Due anni fa, era nella stessa abitazione, al cui interno fu ritrovato il corpo, ormai privo di vita, di un sessantenne. Si accertò che il decesso avvenne per cause naturali. La donna, però, non avrebbe dato l’allarme né contattato i sanitari, per un eventuale intervento di emergenza. L’uomo era ormai deceduto, quando i poliziotti fecero ingresso nell’abitazione, nella zona della stazione ferroviaria. L’imputata è attualmente ospite di una struttura per cure mentali e sarà sottoposta ad una perizia, per verificare appunto le sue condizioni psichiche. Erano state disposte ricerche per rintracciarla, non avendo una residenza stabile. La difesa, sostenuta dall’avvocato Enrico Aliotta, ha chiesto un approfondimento, così da accertare se sia in grado di affrontare il processo e se fosse capace di intendere e di volere, al momento dei fatti. Non furono subito chiari i rapporti tra i due, che si trovavano nell’abitazione.

Non è stata esclusa neanche l’eventualità di un malore, a seguito di un rapporto sessuale a pagamento. La donna è finita a processo, davanti al giudice Martina Scuderoni, che ha autorizzato la perizia, affidando l’incarico ad uno specialista. L’imputata, peraltro, è sottoposta ad amministrazione di sostegno. Gli accertamenti partiranno a settembre e successivamente verrà depositata la relazione, in base alla quale il giudice potrà accertare le condizioni.

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