“Sfruttavano il lavoro delle guardie giurate”, vertici dell’istituto di vigilanza davanti al gup

 
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Gela. Già lo scorso anno, con una querela presentata davanti ai militari della guardia di finanza, una ventina di lavoratori, guardie giurate alle dipendenze dell’istituto Ancr, segnalarono condizioni ritenute non in regola con la normativa e con i diritti essenziali. Per le guardie giurate, che si rivolsero al legale Riccardo Balsamo, la situazione lavorativa, nell’appalto che l’istituto di vigilanza ha ottenuto da Eni, sarebbe del tutto fuori dai parametri di legge. I pm della procura hanno chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per Claudia Debole (indicata come amministratore e legale rappresentante) e per Giuseppe Di Dio Ciantia (“direttore generale”), assistiti dall’avvocato Antonio Grippaldi, e ancora per lo stesso istituto di vigilanza. L’ipotesi è di sfruttamento. Non sarebbero state attuate le condizioni minime per il rispetto dei diritti contrattuali: turni di lavoro sempre più lunghi, riposi non rispettati, retribuzioni non conformi agli orari e condotte antisindacali. In base alle accuse, il periodo di riferimento va dal 2021 e fino al luglio del 2023.

Secondo la procura, in un’indagine condotta dal pm Antonio Scuderi, i vertici dell’istituto di vigilanza privata avrebbero “approfittato dello stato di bisogno” dei lavoratori, anche attraverso “minaccia”. Sempre lo scorso anno, dopo la querela presentata dai lavoratori, il commissario straordinario dell’istituto di vigilanza respinse quanto denunciato parlando di ricostruzioni “diffamatorie” e spiegando invece che c’era “il costante e già dimostrato impegno ad operare secondo le prescrizioni di legge e i migliori standard di mercato”. L’udienza preliminare è stata fissata per ottobre.

2 Commenti

  1. Buongiorno, sono una Guardia Particolare Giurata, dipendente, da diversi anni, dell’Istituto di Vigilanza Privata A.N.C.R. S.R.L. Vi scrivo in merito all’articolo apparso sul Vs. quotidiano on-line giorno 11 aprile u.s. L’articolo, già dal titolo, appare fuorviante: “Sfruttavano il lavoro della guardie giurate”, un titolo del genere, per chi si dovesse soffermare solo al titolo, indurrebbe a pensare che l’Istituto di cui sopra, sia stato condannato in via definitiva a seguito della denuncia presentata. Per fortuna in Italia vige il principio dell’innocenza fino a sentenza passata in giudicato, al momento, per quel che risulta al sottoscritto, non vi è stato neanche il primo grado di giudizio. Riguardo alle accuse mosse dai denunciati nei confronti dell’istituto di Vigilanza A N.C.R., il sottoscritto può affermare, se è il caso, anche testimoniare sotto giuramento, di non aver mai riscontrato nessuna delle accuse riportate sul Vostro articolo. Gli stipendi vengono puntualmente pagati ogni 21 del mese in applicazione dell’attuale CCNL per la categoria e in base al livello del dipendente, in considerazione dei turni svolti, notturni, giornalieri, domenicali e festivi. Lo straordinario che non è assolutamente massacrante come invece viene descritto nel vostro articolo, viene regolarmente erogato in busta paga con importo pari a quello stabilito nel CCNL per livello. I riposi, tranne in particolari e rari casi di esigenze reali, non vengono mai soppressi e vengono poi recuperati. Non credo che vi possano essere trattamenti differenti fra i venti lavoratori che hanno sporto querela e i circa 400 dipendenti in forza al suddetto istituto, fra l’altro, oltre a scrivere a titolo personale, dai colleghi, sopratutto quelli con i quali si è più in contatto, non ho mai riscontrato, percepito o ricevuto lamentele riportate sul Vostro articolo come ipotesi di reato denuncite dai querelanti. Capisco perfettamente che un quotidiano deve fare informazione e che riceve notizie da pubblicare quindi a modesto avviso dello scrivente, bisognerebbe usare il condizionale quando si tratta di questioni delicate. Gli istituti di vigilanza operano ed erogano servizi a privati ed enti pubblici, mettendo in cattiva luce un istituto che conta 400 e più dipendenti, in base a una querela presentata da 20 dipendenti, si gioca con tanti posti di lavoro che potrebbero essere messi a rischio, sempre che, come diceva il buon Andreotti: “a pensar male spesso ci si azzecca”.
    Spero che questo mio commento possa essere divulgato affinché il lettore possa farsi un idea meno fuorviante.
    Distinti saluti
    Francesco Paolo Rizzo

  2. Buongiorno, sono una Guardia Particolare Giurata dipendente dell’Istituto di Vigilanza Privata A.N.C.R. S.r.l., sento il dovere morale e intellettuale di intervenire e di buttare giù due parole in merito all’articolo pubblicato sul VS quotidiano on-line giorno 11 aprile corrente mese. Partendo dal presupposto che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Andiamo con ordine: in questi anni “vissuti” orgogliosamente in ANCR non ho mai ricevuto nessuna minaccia, non sono mai stato sfruttato e, se ho voluto fare lo straordinario ho dato la mia disponibilità e mai “sotto tortura” come qualcuno ha voluto far credere, le condizioni lavorative sono regolari, chi vuole fare lo straordinario lo fa, chi non vuole farlo non lo fa, semplice. Ogni 21 del mese viene pagato lo stipendio e, (gli stipendi) sono calcolati in funzione del CCNL di categoria, rispettando livelli, anzianità ecc. Ci sono i riposi, le ferie ecc.. La verità è figlia del tempo e, se necessario, posso mettere tutto nero su bianco e sotto giuramento nelle opportune sedi. Auspico inoltre, che venga messo in evidenza un piccolo dettaglio che sta passando in sordina, più che altro una curiosità, mi chiedo infatti come mai siano soltanto una ventina di persone a lamentarsi su oltre 400 dipendenti…magari questo dettaglio, con la formula “riceviamo e condividiamo ” può essere il VS prossimo articolo e motivo di indagine. Chiudo dicendo che non si gioca con il pane delle persone mettendo in cattiva luce l’istituto suddetto soprattutto quando non se ne conoscono appieno i dettagli. Queste mie parole non vogliono mettere in dubbio l’operato e la professionalità di chi ha scritto l’articolo ne tantomeno buttare ombre di celati interessi perpetrati dai denuncianti. Auspico inoltre che queste mie parole possano dare un po’ di chiarezza in più ed essere lette e soprattutto interpretate con onestà intellettuale e non diventino motivo di ulteriori attacchi, io ci metto la faccia, gli altri…non so.
    GPG Pietro Truscelli

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