Spari contro l’abitazione di famiglia dell’ex, “voleva uccidere”: sei anni e nove mesi a Canotto

 
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Gela. Sparò per uccidere. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni), ha riconosciuto le contestazioni mosse al giovane Kevin Canotto. Sei anni e nove mesi di detenzione: è questa la pena impostagli, a fronte di una richiesta della procura di tredici anni e quattro mesi. Canotto, impugnando una pistola che non fu ritrovata dagli investigatori, fece fuoco contro l’abitazione dei familiari dell’ex fidanzata, in contrada Zai. Per l’accusa, rischiò di colpire una ragazza che era nell’immobile, a sua volta legata da rapporti di parentela con l’ex. Ci sarebbero stati rancori e il tentativo, vano, di riallacciare i rapporti, a spingere Canotto a quell’azione. Per la procura, si trattò di fatti gravi, commessi per uccidere. Uno dei familiari dell’ex fidanzata, accortosi di quanto stava accadendo, si avventò, a bordo della sua auto, verso Canotto che si diede alla fuga. L’imputato sparò a due cani che erano della famiglia. Secondo la sua versione, si sarebbe trattato di una risposta ad una precedente aggressione subita. L’ex fidanzata e i suoi familiari non avevano alcuna intenzione di riprendere i rapporti. Canotto e il difensore, l’avvocato Davide Limoncello, nel corso dell’istruttoria dibattimentale hanno ribadito più volte che gli spari erano per intimidire e non per uccidere. Il legale ha escluso la sussistenza dell’ipotesi di tentato omicidio. A Canotto, attualmente detenuto, venivano attribuiti ulteriori reati, dallo stalking alla disponibilità dell’arma e fino alle lesioni.

Il collegio non ha riconosciuto l’aggravante che veniva posta dai pm. E’ stato diposto il risarcimento dei danni per la giovane e per i familiari (parti civili assistiti dagli avvocati Giuseppe Cascino e Maria Cascino), così come per il Partito animalista italiano e per l’Associazione nazionale per la tutela degli animali (con i legali Giusy Cauchi, Roberta Pagano e Giovanna Li Causi). Tutte le parti civili hanno insistito rispetto alla condanna del giovane. I legali dell’ex fidanzata e della sua famiglia hanno ribadito che c’erano stati diversi episodi di violenza, con aggressioni da parte di Canotto, fino al culmine degli spari.

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