“Vedi che dove si trova Alberto è tutto tappezzato”, i contatti per informare Musto dell’indagine

 
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Gela. Alberto Musto, considerato il nuovo boss della famiglia di Cosa nostra di Niscemi, pare già sapesse dell’inchiesta in corso e concentrata proprio sui suoi contatti e sui rapporti che intratteneva. Per i pm della Dda di Caltanissetta e per i carabinieri, già dall’inizio dello scorso aprile indicazioni in tal senso gli erano state fornite, direttamente o indirettamente, dal poliziotto in pensione Salvatore Giugno, attualmente ai domiciliari nell’ambito del blitz “Mondo opposto” e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Fino a marzo, da quello che emerge dall’attività di inchiesta, il poliziotto, che per anni ha fatto servizio al commissariato di via Zucchetto, non aveva ancora sentore di eventuali attività a carico di Musto e dei suoi riferimenti più vicini. Sarebbero stati proprio loro a chiedergli di reperire eventuali informazioni in tal senso. Così, già ad inizio aprile Giugno avrebbe riferito che l’attività di indagine si concentrava sullo stesso Musto. “Vedi che dove si trova Alberto è tutto tappezzato, già da dieci-quindici giorni”, così avrebbe detto il poliziotto a Carlo Zanti, molto vicino a Musto. Nell’ordinanza firmata dal gip del tribunale nisseno, il rapporto tra Giugno, Musto e alcuni dei suoi sodali più importanti, viene analizzato con molta attenzione. Il poliziotto iniziò ad essere monitorato dagli investigatori, al pari del gruppo poi finito al centro del blitz.

Un contatto per il gruppo del boss, inoltre, sarebbe stato assicurato anche da alcune “soffiate” del carabiniere Giuseppe Carbone (in servizio a Gela), ora sospeso e a sua volta toccato dall’inchiesta. Attraverso Francesco Cantaro, nel cui locale si tenevano spesso incontri tra gli indagati, avrebbe riferito particolari sulle perquisizioni messe in atto a danno del gelese Carmelo Raniolo e del niscemese Francesco Torre, secondo gli inquirenti pronti ad organizzare una rapina fuori dalla Sicilia e considerati legati ad Alberto Musto. Sia Salvatore Giugno che Giuseppe Carbone saranno sentiti nei prossimi giorni per gli interrogatori di garanzia.

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