Violenze dall’ex marito, “figlio decisivo per allontanare la madre e darle protezione”

 
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Gela. Pare che le violenze andassero avanti da tempo. Era il maggio di due anni fa quando una giovane donna si presentò alla polizia, per denunciare quanto patito, a causa dei gravi maltrattamenti del marito. “Era in condizioni preoccupanti – ha detto il dirigente di polizia che si è occupata del caso – dimostrava molti più anni di quelli che in realtà aveva, proprio per le sue condizioni. Aveva lividi in diverse parti del corpo e anche una cicatrice in testa. Venne con il figlio. Fu proprio il bambino, che avrà avuto circa otto anni, a chiedere con insistenza di trasferirli in una comunità protetta, per non ritornare dal padre”. La donna e i familiari, a loro volta minacciati dall’ex marito, sono parti civili nel giudizio, rappresentati dai legali Salvatore Incardona e Francesco Incardona. A processo c’è proprio l’ex consorte, un imprenditore agricolo, attualmente detenuto proprio per questi fatti. La misura nei suoi confronti venne inasprita. Per i pm della procura, non solo avrebbe picchiato costantemente la moglie, ma avrebbe minacciato con una pistola uno dei familiari della donna. L’arma non è mai stata trovata ma i poliziotti sequestrarono un coltello e diverse munizioni. Un altro figlio della coppia, invece, non avrebbe accettato la scelta della madre.

L’imputato è difeso dagli avvocati Salvatore Manganello e Stefano Catalano. Verrà sentito nel corso della prossima udienza. Il dirigente di polizia, in aula, ha confermato che l’ex marito avrebbe continuato a minacciare la giovane donna, nonostante fosse ristretto ai domiciliari. Uno spaccato di violenze e soprusi, che la procura collega direttamente all’imputato, che sarebbe stato capace di porre l’ex moglie in condizioni di quasi totale sottomissione. Per i pma, il quarantaquattrenne si sarebbe costantemente accanito sulla moglie, sottoponendola a vessazioni, violenze e umiliazioni. E’ comunque emerso che prima del maggio di due anni fa non c’erano mai state segnalazioni su possibili violenze. Nel corso della prossima udienza, l’imprenditore agricolo esporrà la sua versione, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore.

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