Violenze e abusi sull’ex compagna, “sette anni a Gruia”: lei denunciò tutto

 
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Gela. Un ulteriore anno di reclusione, sempre in relazione a maltrattamenti, aggressioni e casi di violenza sessuale ai danni dell’ex compagna. La richiesta, questa mattina davanti al collegio penale del tribunale, l’ha fatta il pubblico ministero Mario Calabrese nei confronti di Bobi Gruia, cittadino romeno che per anni ha vissuto in città. E’ attualmente detenuto. Nel complesso, con due procedimenti riuniti, la richiesta finale di condanna, avanzata dal pm, è di sette anni di detenzione. A seguito di un rapporto di convivenza sempre più difficile, fu l’ex compagna a denunciarlo. I due vivevano insieme in un’abitazione, nella zona del quartiere San Giacomo. La donna, parte civile in entrambi i procedimenti (assistita dall’avvocato Rocco Cutini), spiegò agli investigatori di aver subito anche un aborto spontaneo, pare per le conseguenze di frequenti maltrattamenti. Riferì di essere stata costretta a rapporti sessuali, contro il suo volere. Per gli investigatori, le violenze non si sarebbero fermate neanche in presenza del figlio minorenne della donna. Lei ha lasciato la città, dove lavorava come badante. L’imputato, nei cui confronti si concentrano accuse molto pesanti, l’avrebbe spesso seguita e minacciata, quando decise di rompere la loro relazione.

Il legale di parte civile ha confermato che quell’esperienza ha del tutto cambiato la vita della donna, che ha scelto di raggiungere l’Inghilterra, per mettersi alle spalle il passato. La difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Angelo Cafà, è invece ritornata su alcuni dei fatti meno chiari, sostenendo che vadano valutati con molta attenzione, anche sulla scorta della personalità dell’ex compagna di Gruia. Ha fatto riferimento al contenuto di alcune relazioni redatte da operatori che la seguivano, quando venne trasferita in strutture protette. Non tutto quanto riferito dalla vittima, secondo la difesa, corrisponde a fatti concreti. L’imputato ha respinto i contenuti del racconto della sua ex, parlando di un quadro familiare difficile ma senza che il suo impegno fosse mai venuto meno. La difesa, nelle conclusioni, ha precisato che l’imputato avrebbe voluto un figlio dalla sua compagna. Il collegio penale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ha disposto il rinvio ad una prossima udienza, per valutare ed emettere la decisione.

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