Bonifiche, “ci sono punti della città scoperti…si usino le royalties”: Giudice vuole ampliare la trattativa

 
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Gela. “Va bene l’ampliamento dei processi di bonifica oltre l’area del sito d’interesse nazionale e ai pozzi Enimed ma ci sono tanti punti urbani rimasti scoperti”.

“Il tavolo sulle bonifiche aperto anche a noi”. Il responsabile della riserva orientata Biviere Emilio Giudice, davanti all’avvio del tavolo ministeriale sul tema delle bonifiche industriali, ha già deciso di chiedere la presenza proprio della riserva. “Non siamo stati convocati per la prima riunione a Roma – dice – così, dato il ruolo che ci attribuiscono i vari decreti emessi nel corso del tempo, sto provvedendo a chiedere l’inserimento ufficiale insieme al Comune e alle altre istituzioni coinvolte”. Stando a Giudice, in ogni caso, le bonifiche da far partire, rimaste al palo per decenni, non dovrebbero trascurare neanche aree del tessuto urbano, in passato utilizzate come vere e proprie discariche a cielo aperto.

Discariche a Settefarine e Piana del Signore. “Non è un mistero – continua – che una vasta area interna al quartiere Settefarine per anni è servita come area di stoccaggio di rifiuti speciali e plastica, sistematicamente dati alle fiamme. A Piana del Signore, seppur all’esterno dell’area Sin, diversi terreni sono stati utilizzati per seppellire rifiuti industriali. In questi casi, cosa si vuol fare?”. Da questo punto di vista, Giudice sembra intenzionato a lanciare una “sfida” all’amministrazione comunale e alle istituzioni che stanno seguendo la procedura legata alle bonifiche in città. “Il Comune – conclude – riesce ad incassare fino a quattordici milioni di euro all’anno solo a titolo di royalties versate da Eni. Perché una parte non viene destinata ad interventi di bonifica? Non si possono utilizzare fondi che dovrebbero servire a ristorare la città solo ed esclusivamente per tappare buchi di bilancio oppure pagare gli stipendi”.

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