“Caro Gucciardi, hai mai visitato il Vittorio Emanuele”? Ecco lo sfogo di Bennici

 
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Gela. La Sanità locale è caratterizzata da troppe lacune

che non possono essere risolte da sporadici sit-in o rinnovati accordi per una programmazione che resta solo sulla carta. L’ospedale di via Palazzi bisogna frequentarlo o, almeno, visitarlo una volta.

Come accaduto a Sandra Bennici, consigliere comunale esponente di “Sicilia Futura” che ha deciso di inviare una lettera aperta all’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi.

Abbiamo deciso, di seguito, di pubblicare integralmente lo sfogo del consigliere Bennici:

Carissimo Assessore alla Salute della Regione Sicilia, onorevole Baldo Gucciardi.

Ieri sera mi sono ritrovata a trascorrere, mio malgrado, molte ore presso il pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela.

Penso che Ella debba conoscere Gela per tanti motivi.

E’ stato da noi a Gela in primavera per la festa dell’unità…

E Gela è la città nativa del Governatore… ma questa ormai è un’altra storia!

On. Assessore Gucciardi ha mai visitato il nostro ospedale?

Ha mai trascorso una sola ora in un pronto soccorso di frontiera come quello di Gela?

La invito a farlo e si renderà conto della difficoltà in cui si trovano a lavorare i medici e paramedici; assenza di risorse umane, di attrezzature, per non parlare della promiscuità in astenteria  per assenza di posti letto nei reparti.

C’è di più.

Tutti i cittadini sono costretti ad aspettare ore… ed ore… perché ci si reca al pronto soccorso anche solo per una distorsione o un aumento di pressione arteriosa.

Caro Assessore che fine ha fatto la normativa sulle aft (aggregazioni funzionali territoriali )… ma è così difficile nella nostra isola attuare ciò che nel resto d’Italia viene fatto normalmente? Ma Le viene così difficile far si che il pronto soccorso si occupi solo di codici rossi lasciando la competenza dei codici bianchi e gialli ad altre competenti strutture?

Ma Le viene proprio difficile imporre la riforma sanitaria territoriale, evitando disservizi sia per i cittadini che per i medici che finalmente non sarebbero più paragonati ai medici senza frontiere o del Burundi?

Ieri sera ho preso atto, però, che nonostante le obiettive difficoltà al pronto soccorso dell’ospedale di Gela, i nostri medici e paramedici lavorano in modo encomiabile, dimostrando professionalità, dedizione e capacità di adattamento, doti particolari che consentono Loro di continuare a lavorare in condizioni estreme in una struttura sanitaria ed in un territorio ormai avamposto dell’Africa del nord.

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