Coltellate all’ex convivente, nell’appello bis condanna ridotta a Pingo

 
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Il luogo del tentato omicidio

Gela. Cadono le aggravanti che venivano contestate al gelese sessantenne Crocifisso Pingo. I magistrati della Corte d’appello di Torino, nel giudizio di secondo grado successivo all’annullamento che era stato deciso dalla Cassazione, hanno disposto la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione. Venne arrestato per il tentato omicidio dell’ex convivente, colpita a coltellate in un’abitazione di Torino, dove Pingo e la donna hanno convissuto per anni. Fu lui stesso a contattare i carabinieri, che lo trovarono davanti all’ingresso dell’appartamento. La vittima dell’aggressione riportò diverse gravi ferite e fu costretta ad interventi chirurgici, dopo quanto subito. In primo grado, in abbreviato, arrivò la condanna a sette anni di detenzione, ridotta in appello a sei anni e due mesi, perché i giudici esclusero l’aggravante legata ai maltrattamenti in famiglia. La difesa di Pingo, sostenuta dall’avvocato Tiziana Porcu, si è rivolta alla Cassazione, che prima dell’estate ha deciso per l’annullamento, con un nuovo giudizio di appello. Giovedì, i giudici di secondo grado di Torino, accogliendo le indicazioni dei magistrati di legittimità, hanno rivisto al ribasso l’entità della condanna, a tre anni e sei mesi di detenzione, venendo meno l’aggravante della convivenza. Come ha spiegato la difesa, quando si verificò l’aggressione, tra i due il rapporto era ormai finito. Pingo, però, avrebbe tentato di riallacciare i legami con l’ex, che aveva già deciso di lasciarlo definitivamente. Anche i figli nati dalla loro relazione, nel corso delle indagini, spiegarono che nel corso del tempo c’erano stati maltrattamenti in famiglia. Dopo la fine della relazione, per un breve periodo, il sessantenne era ritornato in Sicilia.

A seguito dell’arresto, venne disposta la custodia cautelare in carcere. I carabinieri e i pm della procura di Torino ricostruirono l’accaduto e l’insistenza dell’imputato, che voleva riallacciare i rapporti con l’ex convivente. Al no della donna, rispose con la violenza. La vittima dell’aggressione ha scelto di costituirsi parte civile, nel procedimento penale, assistita dall’avvocato Anna Rizzo.

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