Doveva chiudere l’attività, minacce ad esercente: parte dibattimento, abbreviato per Terlati

 
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Gela. Le accuse di estorsione sono mosse dai pm dell’antimafia. Questa mattina, è stato aperto il dibattimento nei confronti di Emanuele Cassarà, un esercente con attività di vendita di frutta e verdura, attualmente detenuto per i fatti che gli vengono contestati. In base alle accuse, avrebbe preteso che un altro esercente dello stesso settore chiudesse la propria rivendita, avviata in centro storico. Cassarà, ritengono gli investigatori, non voleva concorrenza. Le minacce sarebbero pervenute anche per il tramite di altri due imputati, il cinquantunenne Marco Ferrigno e il cinquantenne Massimo Terlati. Sono entrambi difesi dal legale Cristina Alfieri. Il collegio penale, per la posizione di Terlati ha ammesso la richiesta di abbreviato, che il difensore aveva già avanzato in udienza preliminare ma senza esito. Per ora, è stata stralciata la posizione di Ferrigno, per ragioni legate alla mancata presenza all’udienza per motivi di salute. L’abbreviato è stato chiesto, condizionato all’esame in aula dell’esercente che sarebbe stato vessato. Testimonierà nel corso della prossima udienza.

Il legale che rappresenta Cassarà, l’avvocato Flavio Sinatra, ha invece ribadito che l’imputato non intende accedere a riti alternativi. Sono già state esposte le richieste istruttorie, per cercare di provare che non ci fu alcuna pretesa per far chiudere l’attività commerciale. L’indagine che portò agli arresti si intreccia con la maxi inchiesta “Stella cadente”.

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