I falsi procacciatori di Enel, si indaga su possibili complici: uno degli arrestati era candidato alle comunali

 
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Gela. Potrebbero già essere sentiti dopo ferragosto davanti al giudice delle indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia. Una rete più vasta? Attualmente, il ventiseienne Antonio Landi e il ventisettenne Emanuele Comito si trovano agli arresti domiciliari. Hanno gà provveduto alla nomina di un legale di fiducia, l’avvocato Francesco Enia. Sono accusati di aver raggirato un uomo, chiedendogli denaro per estinguere un presunto debito contratto con l’Enel. In base a quanto emerso dagli approfondimenti condotti dagli agenti di polizia del commissariato, coordinati dal dirigente Francesco Marino, e dai magistrati della procura, i due si sarebbero spacciati per procacciatori dell’azienda di energia elettrica. Il “gioco”, però, è stato scoperto, facendo scattare gli arresti. Gli investigatori non escludono che oltre ai due indagati, possano esserci altri presunti truffatori in grado di tessere una rete più vasta, anche fuori dai confini cittadini. Solo un anno fa, addirittura, Emanuele Comito si era presentato alla corsa elettorale per un posto in consiglio comunale. Inserito nella lista di Forza Italia, incassò venticinque voti. Intanto, proprio gli investigatori avvertono che nessun operatore di società attive nei servizi elettrici o telefonici è autorizzato a richiedere pagamenti in denaro. “Bisogna stare molto attenti – spiega il dirigente del commissariato di polizia Francesco Marino – purtroppo, chi agisce in questo modo si fa forza della buona fede di molta gente, soprattutto quando si tratta di anziani. Non bisogna mai dire sì a richieste di denaro. Invitiamo tutti a contattarci qualora si presentassero casi di questo tipo”. 

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