Il “tesoretto” fermo alla Regione? Dieci milioni che fanno discutere: di chi è la colpa?

 
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Gela. Come se non bastassero gli scontri che, da anni ormai, si susseguono intorno ai soldi delle royalties Eni, adesso la maglia si amplia. “I progetti erano pronti”. A tenere banco, questa volta, è un “tesoretto” da dieci milioni di euro che sarebbe fermo alla Regione. Soldi dovuti al Comune a titolo di concessioni minerarie, versati ovviamente sempre da Eni per le attività estrattive. Ma perché rimangono fermi a Palermo? Il caso è stato rilanciato dal consigliere comunale del Polo Civico Guido Siragusa. “Mi spiace dirlo – ha detto in aula – ma il presidente Rosario Crocetta ha deciso di bloccarli”. L’esponente centrista ribadisce la sua posizione. “I progetti finanziati con quei soldi che spettano di diritto al Comune – dice ancora – esistono e sono stati depositati personalmente da me negli uffici della Regione”. Tra i progetti da finanziare, quelli per la riqualificazione di via Ventura e per il rifacimento degli spazi esterni di piazza Cappuccini, via Cairoli e via Tevere oltre al piano urbano “Una via tre piazze”.

“Bisogna parlare con le carte in mano…”. L’accusa lanciata da Siragusa è stata respinta dal gruppo consiliare del Megafono. Sia Sara Bonura che Antonio Torrenti sollevano dubbi su quanto realmente accaduto. “Quello che dice il consigliere Guido Siragusa – spiega Antonio Torrenti – deve essere appurato dai documenti. In realtà, è stata la giunta Fasulo ad autorizzare il trasferimento di una parte di quei dieci milioni di euro verso altri interventi. C’è anche una nota ufficiale che sono pronto a produrre. In ogni caso, se questi progetti esecutivi ci sono veramente, allora che escano dai cassetti del municipio”.

“Fasulo fece un atto d’imperio!”. Dubbi su quanto accaduto durante l’amministrazione dell’ex sindaco Angelo Fasulo vengono rilanciati dall’assessore Simone Siciliano. “I dieci milioni di euro fermi alla Regione? E’ stato l’ex sindaco Angelo Fasulo, probabilmente spinto da esigenze elettorali – spiega – ad autorizzare lo spostamento di quasi tre milioni di euro con l’obiettivo di finanziare interventi sulla diga Disueri. Stranamente, tutto questo accadeva poco prima della scadenza del suo mandato e a poche settimane dall’inizio della campagna elettorale. E’ stato un vero e proprio atto d’imperio”.

“Quei soldi non sono mai stati toccati”. In una nota, a firma dell’ex sindaco Angelo Fasulo, datata 31 marzo 2015, si legge, in risposta ad una missiva dei funzionari dell’assessorato regionale dell’energia, che “si prevede di indire le procedure di gara (con riferimento alla riqualificazione di via Ventura e al rifacimento degli spazi esterni di piazza Cappuccini, via Cairoli e via Tevere oltre al piano urbano “Una via tre piazze”) nel mese di settembre 2015. Riguardo alla tempistica di realizzazione delle spese, l’amministrazione comunale si impegna a trasmettere contestualmente entro il mese di settembre la programmazione definitiva alla stessa data”. Inoltre, sul fronte della copertura finanziaria, si precisava che “le somme derivanti come differenza tra l’importo complessivo dei lavori oggetto delle gare e l’importo concesso a titolo di finanziamento regionale saranno corrisposte dall’amministrazione comunale mediante fondi derivanti dalle royalties petrolifere”. Proprio Fasulo, non a caso, respinge le accuse. “Quei dieci milioni non sono mai stati stornati – ammette – i funzionari della Regione ci comunicarono che erano presenti altri fondi, sempre legati alle concessioni minerarie, e così optammo per gli interventi alla diga Disueri. I progetti per il centro storico erano tutti esecutivi. Piuttosto che pensare sempre a me, la giunta comunale dovrebbe spiegare perché si sono persi i finanziamenti destinati all’officina della gioventù oppure perché sono stati affossati quelli legati all’Orto Pasqualello”. E i dieci milioni? Staremo a vedere.

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