Don Lino Di Dio: “La nostra proposta risale al 2018, nessuna imposizione”

 
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Gela. “L’idea progettuale di collocare una stele dell’Immacolata Stella Maris risale a quattro anni fa ed abbracciava tutto il lungomare, non quell’area”. E’ amareggiato Don Lino Di Dio, tirato dentro una involontaria competizione con il comitato di quartiere Ospizio Marino, che ha proposto di realizzare un bassorilievo che ricordasse la fondazione di Gela nella bonificata e riqualificata area dell’ex Tamoil.

Il vicario foraneo ha voluto chiarire l’aspetto che riguarda la chiesa San Francesco. “Non c’è nulla di definitivo o stabilito, tutti possiamo pensare e proporre – dice don Lino – Noi presentammo come parrocchia di San Francesco (che confina con il Lungomare) l’idea di una stele il 16 ottobre 2018, quando ancora esisteva l’area Tamoil”.

L’idea progettuale fu presentata al Comune di Gela, alla Soprintendenza, al Parco Archeologico, alla Capitaneria di Porto e al Demanio. Serviva uno spazio di 6×6 mt.

La Stele dell’Immacolata – Stella Maris, sarà realizzata a nostre spese, sul nostro vasto lungomare – chiarisce Don Lino Di Dio – luogo dove da sempre sono partiti i pellegrini per Bitalemi, prima per la Dea Demetra e poi per la Madonna, luogo dove è nata la prima comunità cristiana del territorio, e ad oggi luogo di culto con il ripristino della cappella mariana restaurata lo scorso anno grazie solo alla generosità dei fedeli”.

Il vicario ricorda che questa idea da tempo persiste in tutte le grandi città marinare soprattutto (es. piazza di Spagna a Roma o piazza Marina a Catania o via Roma a Palermo, ect.) con l’omaggio dei vigili del fuoco. “Non è una questione di mettere una statua in più o in meno – sottolinea Don Lino – siamo riusciti a riaprire chiese chiuse da 38 anni o restaurare quadri antichi”.  

La proposta è quella che il Comune o il Parco Archeologico costituisca una Commissione per il decoro urbano per valorizzare al meglio questo fazzoletto di terra e gli innumerevoli spazi liberi della città, affinché si presentino concrete proposte e progetti e non restino soltanto vani propositi faraonici. “Da gelese sono il primo ad amare la storia e a poterla valorizzare”.

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