Quando le fonti “tradiscono”, le nostre scuse per un grave errore mai commesso prima

 
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Gela. Chiedere scusa è il minimo che possiamo fare. Provare a spiegare come si possa commettere un errore del genere è anche dovuto.

Non ci nascondiamo. Abbiamo sbagliato. Chiediamo scusa. E’ la prima volta che il Quotidiano di Gela commette un errore così grave. Non avevamo alcuna voglia di scrivere che Aurelia Triberio non ce l’avesse fatta, né alcuna necessità. Ci siamo fidati, sbagliando, delle nostre fonti. Dietro la nostra redazione ci sono giornalisti che hanno anche 20 anni di esperienza. Eppure abbiamo sbagliato. E lo ammettiamo, senza nasconderci. Prima di lanciare una notizia la verifichiamo. E’ un dovere deontologico ma si tratta anche etica. Vi assicuro che sappiamo bene che dietro ogni notizia ci sono persone, famiglie, gente che soffre. Proviamo sempre ad essere precisi, a non ingigantire notizie. Non ci interessa fare più clic. Non ne abbiamo bisogno (per fortuna). Nel caso in specie siamo stati indotti in errore da tante persone che ci hanno chiamato in redazione. Amici intimi, anche di famiglia, avvocati, diversi conoscenti che ci confermavano il decesso di Aurelia. E per una volta ci siamo fidati. Ci risulta anche in luoghi pubblici sia stata data la notizia. Tutti indotti in un clamoroso errore. Ed era giusto che noi lo dicessimo chiaramente. Gli insulti, le offese nei nostri confronti li comprendiamo. Ci hanno fatto male ma lo capiamo. Qualcuno magari esagera con le offese dimenticando che in fin dei conti il Quotidiano di Gela è al servizio della città, gratuitamente. E’ giusto esigere precisione. Una volta tanto vi chiediamo comprensione. Potremmo farvi i nomi delle fonti ma ci assumiamo tutte le responsabilità. E, non è retorica, anche noi ci uniamo alle preghiere per Aurelia.

La Redazione del Quotidiano di Gela

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