Roghi nelle campagne, smaltivano rifiuti pericolosi: accuse a cinque, chiuse indagini

 
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I rifiuti dati alle fiamme

Gela. Sono cinque i coinvolti e le indagini, nei loro confronti, sono state chiuse. Furono arrestati la scorsa estate, a seguito di un’inchiesta che portò i pm della procura e i polizotti del commissariato a risalire ad attività illecite di smaltimento di rifiuti, anche speciali, in un terreno, tra le contrade Passo di Piazza e Bulala, nei pressi dell’area protetta del Biviere. Le indagini sono state chiuse e coinvolgono i titolari della ditta, che avrebbero autorizzato i roghi. Emanuele Fontana ed Emanuele Di Simone, avrebbero deciso che rifiuti e plastiche da smaltire dovevano essere dati alle fiamme. Si sarebbero serviti di tre operai, uno di nazionalità polacca e due cittadini gambiani, a loro volta coinvolti nell’inchiesta. Lo smaltimento illecito, con sostanze pericolose immesse in atmosfera, fu videoripreso dagli investigatori, che individuarono l’area nella quale venivano smaltiti i resti. Sembra che la ditta fosse autorizzata solo per il trasporto, ma comunque smaltisse irregolarmente rifiuti provenienti da attività agricole e dalla produzione delle serre.

Quelli individuati dai poliziotti del commissariato erano alcuni dei tanti roghi, che quasi quotidianamente si sviluppano nell’area a ridosso della Riserva protetta Biviere. Incendi di rifiuti e materiali pericolosi, da anni denunciati dai responsabili della Lipu, ente gestore della stessa Riserva. Tutti gli imputati sono difesi dall’avvocato Giuseppe Cascino. La scorsa settimana, rispetto alla misura cautelare che gli era stata inizialmente imposta, per Emanuele Fontana è arrivato l’annullamento della Cassazione.

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