Tanti punti sensibili e l’acqua fa paura: “Non si può seguire solo l’emergenza”

 
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Gela. “E’ sempre mancata una vera e propria idea complessiva degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico in questa città”.

Tante aree sensibili. Il neo presidente dell’ordine regionale dei geologi Giuseppe Collura spiega così la permanenza di troppe criticità lungo il territorio cittadino. “I cedimenti del costone di via Romagnoli – dice – sono attualmente sott’osservazione dei tecnici della protezione civile comunale. Credo, comunque, che una delle cause possa rintracciarsi nelle attività umane che si sono estese anche ad aree al di sopra del costone”.

Le perdite dalla rete idrica. I timori di Collura, comunque, si concentrano soprattutto sulle perdite della rete idrica. “Questo – ammette – è un problema che ci trasciniamo da decenni. Inviterei i responsabili di Caltaqua a comunicare, anche pubblicamente, le percentuali di perdite dalla rete. Purtroppo, l’acqua si canalizza in zone ancora molto sensibili. Penso al costone di via Romagnoli ma non trascuro neanche la recente bonifica della zona dell’orto Pasqualello. Proprio da lì, passa una parte della rete fognaria che serve l’intero quartiere Borgo. Con piogge intense, l’acqua si trova davanti una sorta d’autostrada che la trascina direttamente sul lungomare Federico II. A questo punto, non escludo che il nuovo progetto pensato proprio per il rifacimento del lungomare possa favorire il tragitto delle acque piovane che si riversano in quel tratto”. Si è costruito troppo negli ultimi decenni? “La questione – conclude il geologo – non si esaurisce solo nei piani d’edificazione che, certamente, si sono intensificati. Gli interventi di messa in sicurezza e mitigazione del rischio non possono essere effettuati solo rispondendo alle emergenze più immediate. Ci vuole un’idea complessiva di ciò che si vuol fare a tutela dei cittadini”.

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