Tracollo sistema sanitario locale, pazienti dirottati in altre strutture: Di Stefano, “intervenga prefetto”

 
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Gela. Un tracollo senza soluzioni e Asp non fa nulla per invertire la rotta del sistema sanitario cittadino. I dirigenti di “Una Buona Idea” e l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano descrivono un management dell’azienda sanitaria praticamente impalpabile e chiedono un intervento urgente del prefetto. “Ci sono solo due modi di trattare i malati o i potenziali malati, prendendosene cura o dimenticarsene. In un sistema manageriale Asp degno di questo ruolo, i malati non dovrebbero essere abbandonati a loro stessi. La fotografia dei fatti è impietosa e da qualsiasi angolazione la si guardi, il filo conduttore è uno – spiega Di Stefano – per il sistema manageriale, gli ammalati sono fastidiosi perché hanno pure l’ardire di pretendere che ci si occupi di loro, sono pesanti perché sono tanti e non abbastanza sono invece i servizi che sono nulli. Per il sistema manageriale, gli ammalati sono inutili. Proprio perché inutili, pesanti, fastidiosi, allora che viaggino per avere servizi e si rechino presso altre strutture, perché la nostra Asp ha ben altro da fare. Ci dica, però, cos’altro ha da fare? Ci dica quali sono le priorità e in cosa è impegnata? Perchè, di certo, allo stato non mi sembra impegnata a risolvere i problemi del nostro ospedale. Lo scenario è degno della peggiore prova di spregio contro i cittadini e i pazienti. Si assiste ad uno spostamento di pazienti da un ospedale all’altro per ricevere le prestazioni sanitarie. Non sempre peraltro tutti sono in condizioni fisiche ed economiche per muoversi da un posto all’altro, non ultimo il caso del reparto di ortopedia dove le attività, a causa del poco personale, proseguono a rilento e stanno costringendo i cittadini a veri viaggi della speranza presso altre strutture, soprattutto al “Sant’Elia” di Caltanissetta”. In città, sta diventando quasi impossibile avere un sostegno sanitario. “C’è anche in altri reparti una carenza di personale e quindi di cure e servizi che ha trasformato l’ospedale in un fantasma e ci ha concretamente detto cosa pensa Asp dei pazienti o potenziali tali. Si ritiene evidentemente che non sia loro compito occuparsi dei pazienti. Da Asp lasciano intendere che quasi quasi è meglio non disturbarli – aggiunge Di Stefano – con questo filo conduttore in spregio agli ammalati, lo scenario peggiora ancor di più se si pensa ai tantissimi malati soprattutto oncologici che sono costretti a recarsi a Caltanissetta, presso la commissione medica Inps, in mancanza dell’istituzione medica in città. Anche in questo caso, la domanda è ancora la stessa, Asp ha altro da fare piuttosto che non occuparsi degli ammalati oncologici? Questa è la fotografia generale dei fatti ed è impietosa. Se esistesse un registro degli spostamenti dei nostri ammalati, obbligati a viaggiare per controlli medici o per curarsi, avremmo davanti quasi certamente un dato paragonabile ai profughi del Mediterraneo. Non è una colpa ammalarsi né è una colpa avere bisogno di un servizio o di una prestazione sanitaria qualunque questa sia, è una colpa invece che il potente sistema manageriale tra prendersi cura degli ammalati o dimenticarsene scelga da troppo tempo ormai la seconda opzione e il timore che la dimenticanza sia ormai la regola è reale al punto che è il momento che sua eccellenza il prefetto, nell’esercizio delle proprie funzioni intervenga a tutela dei tanti cittadini e ammalati trattati senza rispetto”.

Da “Una Buona Idea” forniscono un quadro più dettagliato dell’emergenza. Chiusura nel 2020 dell’U.O.C. di Psichiatria e declassamento della stessa a semplice struttura ambulatoriale; chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’U.O.C. di Otorinolaringoiatria; chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’U.O.C. di Malattie Infettive; U.O.C. di Rianimazione che sempre a causa della “irrisolvibile” carenza di personale medico non riesce a garantire una adeguata risposta all’intero comprensorio; sale operatorie che sempre per carenza di medici anestesisti, riescono a garantire solo gli interventi chirurgici in urgenza/emergenza destinando ad altre strutture ospedaliere provinciali e spesso extraprovinciali gli interventi di piccola chirurgia o gli interventi chirurgici in elezione; la “neonata” U.O.C. di Neurologia che ha dovuto chiudere le porte a poco più di un anno dall’inaugurazione sempre per carenza del personale medico specialista; l’U.O.C. di Chirurgia Generale completamente depotenziata; l’U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia nel proprio organico conta di soli 4 medici (compreso il Direttore di Struttura), ciò rende impossibile il mantenimento degli standard dettati dalle direttive ministeriali e assessoriali; l’ U.O.C. di Urologia, dove fiorisce solo ed esclusivamente l’attività intramuraria, sempre a causa di carenza di personale medico specialistico declina i pazienti nelle ore pomeridiane e notturne presso il presidio ospedaliero del capoluogo nisseno anche se trattasi di semplici consulenze specialistiche; la tanto acclamata U.O.D. Brest-Unit,non dispone di una collocazione plausibile per il trattamento di tali patologie; il Centro Trasfusionale ancora chiuso sempre per lo stesso motivo, carenza di personale medico dedicato; U.O.C. di Pronto Soccorso, dove la dotazione organica dei medici si è contratta fino a raggiungere attualmente l’esiguo numero di medici. Infine, il “martoriato” servizio di 118 locale, con ambulanze spesso sprovviste di personale medico rianimatore impossibilitati quindi a garantire interventi adeguati di risposta sanitaria di urgenza/emergenza, volti a garantire la sicurezza e l’incolumità dell’intero comprensorio.

1 commento

  1. Buona sera
    Caro Di Stefano, tu hai fatto parte di tutta questa disfatta sociale sanitaria eri vice sindaco e al tuo fianco l assessore Gnoffo che pur di esserlo ha venduto all On. Mancuso i cittadini e la città di Gela ed ora tutti siete complici, non vi nascondete dite ai vostri lettori ciò che è vero
    Cordiali saluto

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