Trasferito dal “Vittorio Emanuele” a Sciacca, 59enne morì: per periti ci furono errori medici

 
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Gela. Morì due anni fa dopo il trasferimento dall’ospedale “Vittorio Emanuele” al nosocomio di Sciacca. Il cinquantanovenne Giuseppe Tidona arrivò nella struttura agrigentina già in gravissime condizioni. I familiari da subito sporsero denuncia e la procura saccense aprì un’indagine. E’ stata da poco depositata la perizia affidata ad un pool di esperti, nominati su richiesta dei pm che hanno avviato le verifiche. In base a quello che viene riportato nella relazione, ci sarebbero state gravi carenze nella valutazione condotta già al “Vittorio Emanuele”. Il cinquantanovenne, in passato, aveva avuto problemi cardiaci e lo riferì ai medici del nosocomio di Caposoprano, appena arrivò. Per i periti, non avrebbero agito con celerità. Si sarebbero limitati a trattare il caso, almeno inizialmente, come un possibile eccesso di ansia da parte del paziente che però iniziò ad avere problemi respiratori. Il quadro clinico peggiorò velocemente, fino a quando non fu deciso il trasferimento al “Giovanni Paolo II”. In base a quanto riporta la relazione tecnica, non sarebbero stati considerati i primi segnali tangibili di una condizione grave, come l’aumento dei valori della troponina. Le valutazioni condotte nel corso degli accertamenti richiesti dai pm non escludono che possibili mancanze sanitarie si siano verificate anche nella struttura di Sciacca.

Emerge quindi una presunta catena di errori e valutazioni superficiali, che sarebbe costata la vita al cinquantanovenne. Attualmente, il fascicolo aperto è contro ignoti ma la procura saccense potrebbe decidere di iscrivere i primi nominativi, proprio sulla base della perizia. La famiglia, fin dal primo momento, segue l’evolversi dell’indagine, assistita dai legali Giuseppe Cascino e Francesco Minardi. Secondo i familiari, se ci fosse stato un accertamento clinico da subito approfondito con il ricovero in un’unità di terapia intensiva cardiologica, il cinquantanovenne avrebbe potuto ricevere il trattamento necessario. Invece, venne stroncato da una condizione clinica che divenne sempre più grave, fino a determinarne la morte.

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