Travolti sulla tratta ferroviaria Gela-Licata, morti tre operai: manager e tecnici di Rfi rinviati a giudizio

 
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Il tratto dell'incidente mortale

Gela. Vennero falciati da un treno regionale in transito lungo

la tratta Gela-Licata, tra le contrade Carrubba e Burgio, nella zona di Butera. A perdere la vita, tre anni fa, furono gli operai di Rete Ferroviaria Italiana Antonio La Porta, Vincenzo Riccobono e Luigi Graziano.

L’inchiesta dopo la morte degi operai. I tre lavoratori agrigentini stavano effettuando attività di manutenzione della strada ferrata, quando su di loro piombò il regionale. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Gela Paolo Fiore ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di nove imputati, accusati dell’omicidio colposo dei tre dipendenti Rfi. A processo, il 26 settembre, andranno l’ex a.d. di Rete ferroviaria Michele Mario Elia, Rosario Ciluffo, già responsabile della tratta Canicattì-Gela, il responsabile della direzione tecnica Giovanni Costa, Andrea Cucinotta, della direzione territoriale di Palermo, il dirigente della direzione di Caltanissetta Concettina Vitellaro, il capo impianto del reparto lavori Pietro Messina, il capo reparto pianificazione dell’unità di Palermo Carmelo Lapaglia, il dirigente della sala di coordinamento Pietro Muscolino e la stessa società Rfi. I pubblici ministeri della procura di Gela hanno ribadito la loro richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tutti gli imputati. Ci sarebbe stata un’errata gestione della rete e dei collegamenti dietro a quanto accaduto nel luglio di tre anni fa. I difensori degli imputati hanno invece contestato la ricostruzione della procura, mettendo in dubbio il collegamento tra le posizioni degli imputati e quanto accaduto sulla tratta Gela-Licata. Il gup, alla fine, ha accolto la richiesta d’accusa. I familiari dei tre operai morti, in udienza preliminare, non si sono costituiti parti civili. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Maurizio Buggea, Francesco Bertorotta, Fabrizio Biondo, Vincenzo Lo Re, Giuseppe Scozzari, Paolo Spanti, Giovanni Spada e Francesco Crescimanno.   

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