I dati del progetto non furono falsati, in appello assolti l’ex a.d. di raffineria e un ingegnere

 
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Gela. Cade l’accusa di falso in atto pubblico per induzione

e arriva l’assoluzione, decisa dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, per l’ex amministratore delegato di raffineria Battista Grosso e per l’ingegnere Sergio Ambrosio, responsabile dei lavori per conto di Saipem.

Il progetto. Gli imputati, difesi dagli avvocati Rocco La Placa, Gualtiero Cataldo, Luigi e Carlo Autru Ryolo, erano accusati di aver falsato i dati del progetto di realizzazione della pipeline P2 bis, prevista per il collegamento tra il campo boe della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore e il parco generale serbatoi.

Sia in primo che in secondo grado, erano già arrivate condanne. Verdetto diverso, invece, dai giudici di Cassazione, che hanno annullato il verdetto sfavorevole, con rinvio ancora alla Corte d’appello nissena. Questa volta, però, è passata la linea delle difese che hanno sempre escluso anomalie nel progetto, ribadendo anche l’assenza dei presupposti del reato, dato che la commissione esaminatrice non sarebbe mai stata costituita. Solo un’ammenda in denaro, invece, è stata comminata al manager Eni per un’altra contestazione mossagli dai pm.

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