L’ortopedia d’eccellenza è pubblica, al Vittorio Emanuele sperimentata la tecnica di Max Morandi

 
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Gela. Esiste una sanità pubblica d’eccellenza anche tra le corsie del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”, almeno per il trattamento dei traumi. La nuova tecnica. Grazie all’applicazione di tecniche innovative un uomo di 45 anni con due fratture alla gamba sinistra, una delle quali scomposta e frammentaria, presto tornerà a camminare regolarmente. Tra un anno potrà fare a meno anche dei supporti esterni applicati durante l’operazione chirurgica. Una piccola ferita di 3 centimetri all’altezza del ginocchio sarà l’unico suo ricordo di quel terribile incidente stradale. A portare la traumatologia locale a livelli d’eccellenza è stato l’ortopedico Salvatore Loggia, coadiuvato dai medici Salvatore Sauna e Sebastiano Mangano, che per la prima volta a Gela ha messo in pratica l’innovativa tecnica di Max Morandi, eseguita in Sicilia solo da altri due ospedali universitari. Con esattezza, introducendo un chiodo all’interno del midollo osseo tramite un taglio di 3 centimetri sopra la rotula, è potuto intervenire sulla duplice frattura riportata alla gamba sinistra dal malcapitato. Non si tratta di un intervento sperimentale ma di una vera e propria applicazione nella sanità pubblica locale d un sistema rivoluzionario per la trattazione dei traumi più gravi.

L’equipe del Vittorio Emanuele. Sono questi i frutti dello studio sul miglioramento nella gestione del paziente politraumatizzato introdotti dallo specialista di origine italiana, noto a livello internazionale, tra i medici ortopedici isolani. Direttore di “Orthopaedic Trauma” all’Health Sciences Center di New Orleans e membro dell’Orthopaedic Trauma Association (Ota, l’associazione statunitense degli ortopedici e traumatologi), lo specialista Massimo Morandi, ha introdotto l’applicazione delle nuove tecniche in tema di inchiodamento del femore, estendendole ad altre situazioni che ancora oggi vengono trattate in quasi tutti gli ospedali della nazione con l’impiego di placche e supporti ortopedici. “In Italia la tecnica introdotta da Massimo Morandi – assicura l’ortopedico Loggia – è stata impiegata dallo specialista Giovanni Zatti per la prima volta presso l’ospedale di Monza. Da allora si è diffusa la tecnica che dagli stati uniti è approdata negli ospedali di eccellenza di tutta Europa diventando un must nella trattazione dei pazienti politraumatizzati”.

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