Più di cento operai sull’orlo del licenziamento, i sindacati dicono ancora no a Smim

 
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Gela. E’ ancora muro contro muro tra sindacati dei metalmeccanici e vertici Smim.

Parti distanti. Nelle scorse ore, le parti si sono confrontate davanti ai funzionari dell’ufficio provinciale del lavoro. L’esito dell’ennesimo incontro, però, è del tutto negativo. I funzionari aziendali confermano la mobilità e il conseguente licenziamento di almeno 115 operai. Un’ipotesi assolutamente rigettata dalle segreterie provinciali di Fiom, Fim e Uilm. Da settimane, i segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese chiedono soluzioni diverse da quelle del taglio del personale, anche alla luce dell’appalto acquisito dal gruppo Smim all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Per i manager, però, non ci sarebbero spazi di manovra tali da permettere la salvaguardia occupazionale. La società, da diversi mesi, si troverebbe in crisi anche di cassa. Quindi, nulla di fatto e tensione sempre più alta, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo nell’intero indotto della fabbrica Eni. In serata, si è tenuta un’assemblea con operai Smim e rappresentanti sindacali nella sede Cgil di Piano Notaro. La linea sindacale mira principalmente ad ottenere una serie di coperture previdenziali che, almeno stando ai contenuti del decreto di area di crisi complessa, dovrebbero essere riconosciute dalla Regione. Al momento, però, tutto tace. Il caso Smim è solo uno dei tanti che si stanno sommando sui tavoli dell’ufficio provinciale del lavoro di Caltanissetta e non solo.

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