Pressioni su un imprenditore per i lavori a Farello, accuse ai titolari di due agenzie: l’antiracket si costituirà in giudizio

 
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Gela. Presunte pressioni per ottenere assunzioni di favore e pagamenti concessi solo dopo aver trattenuto una parte delle somme dovute al titolare

di un’azienda, negli scorsi anni impegnata nei lavori all’interno del cimitero Farello.

Le indagini sui lavori a Farello. Adesso, l’associazione antiracket “Gaetano Giordano” è pronta a costituirsi parte civile nel giudizio che si aprirà nei confronti dei responsabili di due agenzie funebri locali. I magistrati della procura hanno chiesto il rinvio a giudizio per il settantaseienne Salvatore I. e per il cinquantunenne Giovanni M. In base alle indagini condotte dagli agenti di polizia della mobile di Caltanissetta e da quelli del commissariato di via Zucchetto, i due imputati avrebbero preteso assunzioni, anche di parenti, ed inoltre l’imprenditore al centro della vicenda sarebbe stato costretto a versare somme periodiche, pur di ottenere i pagamenti dei vari stati di avanzamento lavori. Tutto sarebbe ruotato intorno alla costruzione di loculi proprio a Farello. Incarico che un’associazione, rappresentata dai due imputati, assegnò proprio all’imprenditore. L’udienza preliminare è fissata per mercoledì, davanti al gup del tribunale. L’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, presieduta da Renzo Caponnetti, avanzerà richiesta di costituzione di parte civile, per il tramite dell’avvocato Giuseppe Panebianco. I titolari delle agenzie funebri accusati dai magistrati della procura, rappresentati dall’avvocato Alfredo D’Aparo, già in fase di indagine hanno invece respinto le accuse, escludendo qualsiasi imposizione ai danni dell’imprenditore edile.

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