Una spedizione punitiva a colpi di pistola, gli spari ad un’abitazione di Sant’Ippolito: sette anni a Bodinaku

 
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Immagini di repertorio

Gela. Spari contro l’ingresso di un’abitazione a Sant’Ippolito per vendicare un presunto sgarro, finito in lite. Quell’azione di fuoco, adesso, ha prodotto una pesante condanna.


Gli spari a Sant’Ippolito. Sette anni e un mese di reclusione al ventisettenne Igland Bodinaku, giovane albanese da anni residente in città. Ci sarebbe stato anche lui quando i colpi di una pistola vennero esplosi contro il portone d’ingresso dello stabile di famiglia di Graziano Romano. Un messaggio rivolto proprio a Romano che, solo qualche ora prima, aveva avuto un violento diverbio, sfociato in rissa, con altri giovani, compreso Bodinaku. “Mi colpì in faccia con un casco – ha detto in aula l’imputato – ma io volevo solo dividerli. E’ vero, ero su uno dei motorini che abbiamo utilizzato per raggiungere l’abitazione di Romano. Io non ho sparato. E’ stato un altro ragazzo, del quale non intendo fare il nome”. Il pubblico ministero Gesualda Perspicace ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione. Il verdetto emesso dal giudice Lirio Conti, invece, è stato molto più pesante. I difensori di fiducia di Bodinaku, gli avvocati Carmelo Tuccio e Flavio Sinatra, hanno sempre cercato di ridimensionare il ruolo dell’imputato che, dopo qualche tempo, fu vittima della vendetta orchestrata dallo stesso Graziano Romano. Venne raggiunto da diversi colpi di pistola, mentre si trovava agli arresti domiciliari nella sua abitazione, sempre nel quartiere Sant’Ippolito. Per questi fatti, Romano è già stato condannato, in primo e secondo grado, a sei anni e otto mesi di detenzione, con l’accusa di tentato omicidio. Adesso, arriva la stangata anche per Bodinaku. La condanna, due anni fa, sempre per la spedizione punitiva ai danni di Romano, arrivò anche per Antonio Radicia, che patteggiò dal gup ad un anno e mezzo di reclusione. Nel dibattimento contro Bodinaku, parte civile si è costituita la madre di Graziano Romano, che vive nell’abitazione raggiunta dagli spari. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Carmelo Brentino, in aula ha chiesto la condanna dell’imputato.

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