Voleva licenziare la moglie di uno stiddaro, l’imprenditore minacciato durante il corteo dell’Immacolata

 
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Gela. “Infame e carabiniere, come fai ad andare dietro alla Madonna?”.


Il racconto dell’ìmprenditore. Sarebbe stato minacciato anche durante il corteo religioso dell’Immacolata concezione. E’ quanto sostenuto da un imprenditore, titolare di una società che gestisce un supermercato locale. E’ stato sentito, davanti al collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi, nell’ambito del dibattimento che vede come imputato Nicola Santo Martines, accusato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso. Per i pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, avrebbe fatto pressioni sull’imprenditore, dopo la decisione di licenziare una familiare, moglie di un esponente della stidda, allora detenuto. “Me lo sono trovato dietro le spalle – ha detto – mi insultava e l’atteggiamento era quello mafioso. Lo avevo visto mentre ero in processione. Insieme a lui, c’erano la dipendente del supermercato e altre persone”. La donna, in base a quanto dichiarato dall’imprenditore, costituito parte civile con l’avvocato Filippo Spina, doveva essere licenziata a causa di una serie di comportamenti irriguardosi, anche verso i clienti. “Voleva comandare e decidere lei – ha continuato il testimone – l’atteggiamento era quello tipicamente mafioso. Ho avuto un duro scontro con mio fratello che, invece, non voleva licenziarla”. Le minacce sarebbero proseguite per diversi mesi, anche nei pressi dell’abitazione del titolare del supermercato. Nicola Santo Martines, difeso dall’avvocato Nicoletta Cauchi, ha sempre respinto le accuse. La dipendente al centro della vicenda, il giorno successivo a quanto accaduto durante la processione religiosa, presentò denuncia contro l’imprenditore, accusandolo di molestie sessuali. La difesa dell’imputato ha messo in luce proprio questi elementi, sottolineando come il titolare avesse chiesto più volte informazioni ad un carabiniere di sua fiducia, nel tentativo di conoscere il contenuto della denuncia presentata dalla donna, che comunque verrà sentita in aula. A ricostruire diversi particolari della vicenda è stata il pm della Dda Elena Caruso, che ha cercato di risalire alle cause dell’intera vicenda.

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