Il porto industriale nell’autorità con Catania e Augusta, la giunta “bussa” al governo: vertice sul liquefattore

 
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Gela. Dopo la bagarre di marzo in consiglio comunale, la giunta ha detto sì all’avvio del percorso che potrebbe permettere al porto isola di entrare nel sistema dell’Autorità portuale della Sicilia Sud Orientale.

Per evitare il taglio si punta ad Augusta e Catania. Ovvero, Gela mira a seguire Augusta e Catania, con l’obiettivo di evitare la cancellazione definitiva anche in base al recente riassetto deciso dal governo nazionale. In sostanza, con un provvedimento ufficiale, il sindaco Domenico Messinese e i suoi assessori si rivolgono al governo e alla Regione siciliana affinché “tengano nella dovuta considerazione – si legge nell’atto – e facciano propria la volontà espressa da questa amministrazione comunale, instaurando un tavolo tecnico ministeriale, in cui affrontare la problematica infrastrutturale portuale e industriale siciliana, allo scopo di rilanciare l’economia dell’Area di crisi industriale gelese, nel contesto territoriale della Sicilia Sud Orientale”. L’atto d’indirizzo, a marzo, era passato in aula consiliare, senza non poche polemiche. Per i cinquestelle, peraltro, si sarebbe trattato solo di una mossa dell’amministrazione comunale, nel tentativo di saldare una sorta di maggioranza trasversale. “Quello sul passaggio all’Autorità portuale con Catania e Agusta – spiegano – è praticamente il primo atto d’indirizzo preso in considerazione dalla giunta. Non a caso, era stato proposto dall’assessore Simone Siciliano. In molte altre situazioni, gli atti d’indirizzo approvati in aula non hanno avuto la stessa sorte”. In base al provvedimento approvato dalla giunta, il porto isola, da decenni gestito dal gruppo Eni, potrebbe rientrare in una strategia più ampia, finalizzata ad un deposito doganale, anche con una serie di agevolazioni fiscali. Il sito andrebbe ad attirare anche il flusso navale che si muove verso Catania e Augusta. Il progetto andrebbe in parallelo a quanto contenuto nell’Accordo di programma, redatto proprio dalla giunta e relativo agli investimenti alternativi ad Eni.

Vertice sul progetto liquefattore. Intanto, proprio sul fronte degli eventuali nuovi sviluppi d’investimento, domani altro tavolo al Ministero dello sviluppo economico. Al centro del vertice, il progetto del liquefattore da tempo appoggiato dalla giunta. Un hub per il rifornimento di Gnl, sempre nell’ottica di creare in città un polo per i carburanti di nuova generazione. Allo stato attuale, sono almeno due le ipotesi sulle quali si lavora. Il sistema potrebbe essere realizzato nell’area del Green stream Eni, in questo caso puntando soprattutto all’approvvigionamento dei mezzi pesanti, oppure all’interno della fabbrica, a ridosso della zona pontile. Questa seconda ipotesi, mirerebbe alla realizzazione di un hub per il rifornimento di navi. “Un liquefattore come quello al quale puntiamo – dice il vice sindaco Simone Siciliano – sarebbe praticamente unico in questo territorio. Sarebbe il punto di riferimento per il traffico navale in transito e, quindi, per i rifornimenti di carburante. Modelli come questo sono già stati varati con successo anche in Norvegia. Lo riteniamo un passaggio importante sia sul piano dell’occupazione sia per sviluppare nuove soluzioni alternative alla produzione della raffineria. Ovviamente, pensiamo che Eni possa essere interessata al progetto, con un investimento molto consistente”. Domani, al ministero, la riunione in programma vedrà allo stesso tavolo la giunta, i tecnici della Regione e i manager di Eni. 

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